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Mattarella richiama l’attenzione sui “contratti pirata”: allarme sul dumping salariale

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di Redazione

28/10/2025

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Nel corso della cerimonia per la consegna delle Stelle al Merito del Lavoro, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato con forza l’attenzione su uno dei fenomeni più insidiosi che attraversano il mercato del lavoro italiano: la crescita dei cosiddetti “contratti pirata”, siglati da sigle sindacali e datoriali scarsamente rappresentative.
Secondo i dati diffusi da Confcommercio, sono oltre mille i contratti collettivi depositati al CNEL, di cui 250 nei soli settori del turismo e del terziario. Un’anomalia che, nelle parole del Capo dello Stato, rappresenta “vere e proprie forme di dumping contrattuale”, con effetti diretti sull’erosione dei diritti, la compressione dei salari e la concorrenza sleale tra imprese.

Il monito del Quirinale: salari fermi e disuguaglianze crescenti

Mattarella ha sottolineato come la questione salariale sia ormai strutturale. “L’Organizzazione Internazionale del Lavoro certifica che la quota di reddito da lavoro è scesa a livello mondiale dal 2014 al 2024”, ha ricordato, evidenziando che anche la Banca Centrale Europea ha segnalato come in Italia, alla crescita economica post-pandemica, non abbia fatto seguito un corrispondente aumento dei salari reali.
“Non ci si può limitare a politiche assistenziali”, ha ammonito il Presidente, “ma occorre una scelta di sviluppo e di coesione sociale, che ricomponga il lavoro all’interno di un quadro di equità e consapevolezza collettiva”.

Le reazioni di Confcommercio e CNEL

Le parole del Capo dello Stato hanno trovato immediata risonanza. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, ha espresso pieno sostegno al richiamo del Quirinale: “Senza contratti rappresentativi e salari dignitosi non può esserci crescita né coesione sociale”.
Sulla stessa linea Renato Brunetta, presidente del CNEL, che ha ribadito l’impegno dell’istituzione “in prima linea contro il dumping contrattuale”. Brunetta ha denunciato l’esistenza di oltre 500 sigle parassitarie che firmano contratti “non a esito di una vera trattativa, ma per alimentare un mercato della rappresentanza”.
Il CNEL ha recentemente riorganizzato il proprio archivio dei contratti, rendendolo uno strumento trasparente per distinguere le intese genuine da quelle spurie, con l’obiettivo di tutelare lavoratori e imprese e riportare chiarezza nel sistema delle relazioni industriali.

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