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Torino, via libera alla deliberazione popolare sul diritto alla casa

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di Redazione

30/09/2025

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Il Consiglio comunale approva il testo con emendamenti: stop alle alienazioni degli alloggi pubblici e spinta al riutilizzo del patrimonio inutilizzato

Una scelta politica tra consenso e contrasti

Nella seduta del 29 settembre il Consiglio comunale di Torino ha approvato, con 22 voti favorevoli e 8 contrari, la deliberazione di iniziativa popolare dedicata al diritto alla casa. Un passaggio che segna un momento importante nel dibattito cittadino sull’emergenza abitativa. La maggioranza che ha sostenuto il provvedimento (M5S, PD, Sinistra Ecologista e Torino Domani) si è trovata contrapposta alle forze di centrodestra e ai Radicali, che hanno votato contro.

Al testo originale sono stati apportati emendamenti significativi, tra cui la cancellazione della proposta di ricorrere alla requisizione di immobili abbandonati da grandi proprietari e l’eliminazione del censimento obbligatorio del patrimonio edilizio cittadino. L’oggetto stesso della delibera è stato rimodulato: da “Nuove tutele per il diritto alla casa” a “Nuove misure per il diritto alla casa e all’abitare – stima e riutilizzo di alloggi vuoti o inutilizzati”.

Misure operative e prospettive future

Il documento approvato affida al sindaco Stefano Lo Russo e alla Giunta un mandato chiaro: bloccare i piani di vendita del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e rafforzare la ricognizione sugli immobili non utilizzati. L’obiettivo è riportare sul mercato, a canone calmierato, appartamenti oggi sfitti, privilegiando l’azione nei confronti dei grandi proprietari, ma senza escludere, in prospettiva, anche i piccoli.

Particolare attenzione viene riservata all’agenzia Locare, che dovrà essere potenziata in termini di risorse e personale, così da trasformarsi in un punto di riferimento per la gestione di contratti a canone concordato. Il provvedimento mira inoltre a introdurre strumenti innovativi nel nuovo Regolamento edilizio per scoraggiare l’inutilizzo prolungato degli immobili, in una città dove il disagio abitativo continua a rappresentare una delle questioni sociali più urgenti.

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