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Torino sperimenta i corridoi lavorativi per migranti e rifugiati

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di Redazione

26/09/2025

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Torino entra a far parte del gruppo ristretto di città che hanno ottenuto un sostegno dal Global Cities Fund for Migrants and Refugees, promosso dal Mayors Migration Council (MMC). L’iniziativa punta a finanziare progetti concreti capaci di trasformare la migrazione in opportunità condivise per i territori di partenza e di arrivo. La città piemontese è stata selezionata insieme a Boston, Kanifing, Koboko, Manta e Quezon City, ciascuna destinataria di un contributo fino a 500mila dollari e di assistenza tecnica dedicata.

Un modello innovativo di mobilità etica

Il progetto torinese, intitolato “Corridoi lavorativi: dai progetti al processo”, introduce un esperimento di cooperazione diretta tra città, con l’obiettivo di creare percorsi di lavoro sicuri e sostenibili. In concreto, rifugiati attualmente presenti in Uganda avranno la possibilità di accedere a offerte occupazionali in Italia grazie a un sistema organizzato di selezione, formazione e accompagnamento.

La proposta non si limita al collocamento: sono previsti corsi di lingua, orientamento culturale e sostegno burocratico, in collaborazione con imprese private disponibili ad accogliere personale qualificato. L’idea è quella di testare un modello replicabile, capace di superare la logica emergenziale e di costruire corridoi migratori stabili e regolamentati.

Il sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato come Torino, storicamente città di migrazioni interne ed esterne, possa oggi diventare laboratorio di nuove politiche di accoglienza. L’iniziativa, ha spiegato, intende rispondere alla domanda di manodopera qualificata in Italia, garantendo al tempo stesso dignità e sicurezza a chi si sposta.

Il ruolo delle città nella governance globale

Il Fondo globale, sostenuto da istituzioni come UN-Habitat, UNHCR, IOM e UCLG, nasce con l’obiettivo di rafforzare l’autonomia dei governi locali nella gestione dei flussi migratori. Dal suo lancio, ha già mobilitato oltre 28 milioni di dollari, migliorando le condizioni di vita di più di 100mila persone tra migranti, rifugiati e comunità ospitanti.

Come ha ricordato Vittoria Zanuso, direttrice esecutiva del MMC, i sindaci stanno dimostrando di poter offrire soluzioni concrete laddove i governi nazionali spesso faticano a trovare convergenze politiche. Torino, con questa sperimentazione, si posiziona al centro di un processo che guarda alla solidarietà tra città come nuova frontiera della cooperazione internazionale.

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