Torino rinnova i suoi parchi gioco: nuovi spazi, più inclusione e verde sostenibile
di Redazione
15/10/2025
Le aree gioco di Torino, 285 in tutto il territorio cittadino, rappresentano molto più che un servizio pubblico: sono luoghi di incontro, di memoria e di vita quotidiana, specialmente per le famiglie e gli anziani che ne fanno un punto di riferimento nel tessuto urbano. Oggi questi spazi stanno attraversando una fase di profonda trasformazione, con un piano di riqualificazione che ha già riguardato 35 aree tra le più danneggiate dal tempo e dal vandalismo, e che proseguirà nei prossimi mesi con nuovi interventi.
Un piano diffuso per modernizzare e rendere accessibili gli spazi pubblici
Nel corso della Sesta Commissione, presieduta da Amalia Santiangeli, l’assessore Francesco Tresso ha illustrato lo stato dei lavori, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Valentino Magazzù. Gli interventi finora completati hanno interessato aree simboliche come i Giardini Reali, il Parco della Pellerina, il Giardino San Paolo, il Parco Di Vittorio e piazza Basilicata. Tra i cantieri più impegnativi in corso, spicca quello del Parco Sempione, dove si sta intervenendo in modo integrato sulla qualità ambientale e sulla fruibilità.
Ogni progetto prevede la sostituzione delle vecchie pavimentazioni con superfici permeabili, capaci di assorbire le acque meteoriche e ridurre l’impatto sulla rete fognaria. Vengono introdotti giochi sensoriali e strutture per la pratica sportiva all’aperto, pensati per coinvolgere non solo i bambini ma anche gli adulti. L’ampliamento delle aree ombreggiate, l’aggiunta di nuove essenze arboree e la creazione di giochi d’acqua completano un piano che unisce sostenibilità, benessere e design urbano.
Una città più vivibile, tra sicurezza e senso civico
L’unico limite evidenziato dall’assessore riguarda la distribuzione disomogenea delle aree gioco tra le diverse circoscrizioni, squilibrio che i tecnici del verde stanno cercando di riequilibrare. Più difficile, invece, il contrasto agli atti di vandalismo, che continuano a compromettere strutture costose e interventi appena conclusi.
La sfida, ha spiegato Tresso, non è soltanto quella di restituire spazi più belli e sicuri, ma anche di promuovere una cultura condivisa del bene pubblico, dove i parchi non siano considerati un arredo urbano da usare e dimenticare, bensì luoghi di comunità, da curare e tramandare.
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