“Torino, la memoria della città scritta sulle sue strade”
di Redazione
09/11/2025
Il progetto “Strada per Strada” racconta l’identità urbana attraverso la toponomastica
La ricerca entra nelle Circoscrizioni e dialoga con la città
Il percorso di ricerca “Strada per Strada – Torino e la sua memoria” approda nelle aule istituzionali delle Circoscrizioni cittadine, proseguendo il suo viaggio di divulgazione dopo le presentazioni al Salone del Libro e all’interno delle università.
Oggi pomeriggio, nella sede della Circoscrizione Sette di corso Vercelli, il sociologo Luca Davico, docente di Sociologia urbana al Politecnico di Torino, ha illustrato ai consiglieri circoscrizionali i risultati di un lavoro collettivo condotto dal Dipartimento interateneo DIST – Scienze, Progetto e Politiche del Territorio – in collaborazione con il Comune di Torino.
Una ricerca che affronta la toponomastica come specchio della memoria urbana, capace di raccontare valori, mutamenti sociali e identità collettive, ricostruendo il modo in cui le scelte dei nomi delle vie abbiano accompagnato la trasformazione culturale della città, dalla fine dell’Ottocento a oggi.
Un archivio di memoria civica e cambiamento
L’indagine, articolata in più sezioni, analizza le motivazioni delle intitolazioni e le categorie di riferimento — sportivi, politici, poeti, scienziate, architette, partigiane — evidenziando come la presenza femminile nella toponomastica torinese abbia registrato una crescita esponenziale dal 2011, segno di una nuova sensibilità pubblica verso il riconoscimento del contributo delle donne alla storia collettiva.
Il progetto si è tradotto anche nel volume “Torino e la sua memoria politica, strada per strada” e in una piattaforma digitale interattiva (https://stradaperstrada.polito.it) che consente di esplorare mappe, dati e curiosità linguistiche come la pronuncia popolare dei toponimi o le varianti dialettali.
Alla presentazione ha partecipato la presidente del Consiglio comunale e della Commissione Toponomastica, Maria Grazia Grippo, che ha sottolineato il valore civico del progetto e il “modello Torino” come esempio nazionale di partecipazione nella scelta dei nomi, ricordando l’importanza della memoria urbana come patrimonio vivo e condiviso.
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