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Torino e il volto multietnico dell’impresa

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di Redazione

09/10/2025

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Nell’arco di un decennio la città metropolitana di Torino ha vissuto una trasformazione silenziosa ma profonda: mentre le aziende guidate da imprenditori italiani hanno subito un saldo negativo di oltre trentamila unità, quelle a guida straniera sono cresciute di 9.313, collocando il capoluogo piemontese al quarto posto in Italia per incremento di imprese di questo tipo.

L’analisi condotta da Confartigianato evidenzia come la spinta propulsiva arrivi quasi esclusivamente dall’iniziativa imprenditoriale straniera, un fenomeno che da un lato racconta le difficoltà strutturali del tessuto locale e dall’altro mette in luce la capacità di molte comunità immigrate di trovare nell’impresa una via di integrazione e di radicamento.

Settori e prospettive

A livello nazionale la presenza straniera nel mondo del lavoro e delle imprese appare ormai strutturale: i cittadini stranieri residenti in Italia sono 5,3 milioni, pari all’8,9% della popolazione, e oltre due milioni di loro risultano occupati. La quota di ingressi di lavoratori immigrati prevista dalle imprese supera il 19% del totale, con un fabbisogno che, guardando al periodo 2024-2028, si stabilizza intorno al 21% delle nuove assunzioni.

Il presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis, ha sottolineato che valorizzare queste energie significa non solo riconoscere un apporto economico e sociale, ma anche contrastare l’illegalità e il lavoro sommerso che minano la concorrenza leale. La sfida resta quella di governare il fenomeno con politiche di integrazione adeguate, evitando che la crescita di imprese straniere si accompagni a sacche di sfruttamento o marginalità.

In questo quadro Torino si conferma una città di approdo e di iniziativa, ma è chiamata a interrogarsi sulle condizioni di contesto da offrire affinché l’imprenditoria straniera non sia un fenomeno parallelo, bensì parte integrante dello sviluppo metropolitano.

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