Marco Gay all’Assemblea Unione Industriali Torino: “La crescita è un esercizio collettivo”
di Redazione
Davanti a una platea di oltre 800 imprenditori e manager, l’Assemblea pubblica dell’Unione Industriali Torino ha offerto un momento di confronto di alto livello sul futuro dell’economia italiana ed europea.
Sul palco, accanto al presidente Marco Gay, sono intervenuti il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo.
L’industria come cuore del Paese
La relazione di Marco Gay si è aperta con un video evocativo su “Torino 2100”, generato con l’intelligenza artificiale, come simbolo di una città che guarda avanti senza perdere la propria identità industriale. Da quell’immagine del futuro, Gay è partito per delineare una visione lucida e realistica: “L’intelligenza industriale è la nostra forza. Creatività, tecnica e innovazione devono continuare a esprimersi al massimo potenziale”.
Il presidente ha riconosciuto i progressi dell’industria italiana ma ha lanciato un monito sul contesto globale: “Le alleanze si ridisegnano, la diplomazia economica non basta più”, ha detto, evidenziando come l’incertezza internazionale stia frenando gli investimenti. Ha tuttavia sottolineato che l’Italia, a differenza di altri Paesi, “gode oggi di stabilità politica, un valore da cui ripartire per costruire il futuro”.
Innovazione, lavoro e visione industriale
Gay ha richiamato la necessità di una politica industriale strutturata su orizzonti pluriennali, lamentando che nel Documento di programmazione economica le risorse per le imprese siano “poche, appena lo 0,3% del PIL in tre anni”. Ha apprezzato il ritorno del superammortamento, ma ha precisato che “non si fa crescita solo con i beni materiali”.
Sul piano territoriale, ha ricordato come Torino resti uno dei motori manifatturieri del Paese, con un incremento del 37% delle imprese oltre i 5 milioni di fatturato e un aumento dei dipendenti del 24% in dieci anni. “Ogni anno nasce un nuovo isolato industriale”, ha detto, evidenziando il dinamismo della filiera e l’investimento in robotica e automazione che fa di Torino la terza città europea per investimenti in robotica.
Guardando al futuro, ha rilanciato due sfide strategiche: fare di Torino un centro sperimentale per il volo dei droni civili e per la medicina del futuro. E sul rapporto tra scuola e impresa, ha invitato a rafforzare il dialogo formativo, superando il mismatch delle competenze: “Connettere formazione, tecnologia e capitale umano è la nostra vera rivoluzione culturale”.
Concludendo, Gay ha ribadito che la crescita non è un fatto individuale ma un esercizio collettivo, fondato su infrastrutture, innovazione, e responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e comunità.
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