“Intelligenza artificiale, la PA del futuro passa dalla conoscenza e dall’etica”
di Redazione
03/11/2025
Fabrizio Barbero (CSI Piemonte) spiega i pilastri per una trasformazione intelligente e responsabile
L’IA tra innovazione, etica e infrastrutture pubbliche
Il dibattito sull’intelligenza artificiale continua ad animare il confronto tra chi la considera una rivoluzione positiva e chi teme derive incontrollate. In mezzo, la realtà concreta delle istituzioni chiamate a governare il cambiamento con equilibrio.
Durante una seduta della Seconda Commissione del Comune di Torino, presieduta da Antonio Ledda, Fabrizio Barbero, responsabile della Direzione Piattaforme trasversali, Integrazione e Big Data del CSI Piemonte, ha tracciato una rotta precisa per una Pubblica Amministrazione che sappia sfruttare le potenzialità dell’IA senza perderne il controllo.
Barbero ha descritto i quattro pilastri che, secondo l’ente, devono sostenere una strategia pubblica efficace: cultura e comunicazione, per diffondere conoscenza e promuovere fiducia; normativa ed etica, per garantire trasparenza e conformità; architetture e tecnologie, per costruire un ecosistema solido e sicuro; e infine servizi di intelligenza artificiale destinati a cittadini, imprese e lavoratori, con l’obiettivo di generare valore concreto e migliorare la qualità dei servizi.
Dalla sperimentazione alla cooperazione uomo-macchina
Il CSI – che già nel 1985 avviava il suo primo laboratorio di IA – sta oggi sviluppando un progetto ambizioso per le amministrazioni pubbliche: un sistema di agenti digitali cooperanti, capaci di dialogare tra loro e con gli operatori umani, creando una rete di competenze ibrida, dove tecnologia e intelligenza naturale si rafforzano reciprocamente.
Una prospettiva che affonda le sue radici in decenni di ricerca e che trova ora terreno fertile grazie alla Legge 132/2025 e al quadro normativo europeo, che chiedono di mantenere sempre “l’uomo al centro” dei processi decisionali.
Barbero ha ricordato che l’intelligenza artificiale non può sostituire la capacità umana di interpretare la complessità, ma può potenziarla, se governata con regole chiare, infrastrutture adeguate e una cultura diffusa della responsabilità.
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