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Industria e transizione verde: l’Europa davanti al bivio della competitività

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di Redazione

03/11/2025

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L’Europa rischia di affrontare la transizione ecologica come una battaglia di principio più che come una strategia di sviluppo. È il monito lanciato dagli industriali italiani, che chiedono a Bruxelles e ai governi nazionali di correggere il corso di politiche ambientali percepite come scollegate dalla realtà produttiva del continente. La richiesta è chiara: una strategia industriale europea comune, capace di bilanciare decarbonizzazione, crescita e occupazione, senza sacrificare la competitività.

La denuncia: regole rigide, energia cara e politiche industriali deboli

Nel testo diffuso da Confindustria, gli imprenditori evidenziano come l’Europa stia diventando prigioniera di vincoli burocratici e di una visione ideologica che rischia di spegnere il motore industriale del continente, mentre Stati Uniti e Cina avanzano con sussidi massicci e piani industriali aggressivi.
Le cifre sono eloquenti: l’Unione Europea incide per appena il 6% sulle emissioni globali, ma impone un prezzo della CO₂ fino a sei volte superiore rispetto ad altre economie. Tre quarti delle emissioni mondiali non sono soggette a costi o limiti, mentre in Europa il sistema ETS si è trasformato – secondo gli industriali – da strumento di innovazione a vera e propria tassa sulla produzione e sull’energia.

Le proposte: neutralità tecnologica e nuova politica industriale

La richiesta è quella di un approccio pragmatico: energia accessibile, neutralità tecnologica e regole comuni più eque, aprendo al nucleare, ai biocarburanti, all’idrogeno e alle soluzioni ibride. Gli imprenditori sollecitano test concreti per strumenti come l’ETS2 e il CBAM, temendo che una loro applicazione affrettata possa accentuare la deindustrializzazione e penalizzare l’export europeo.
Nel documento, il settore automotive è indicato come primo banco di prova della credibilità dell’Europa. Le norme attuali, sostengono, rischiano di sacrificare un’intera filiera sull’altare della burocrazia. Da qui l’annuncio del prossimo incontro trilaterale tra Confindustria, Medef e BDI, volto a costruire una piattaforma industriale comune, per un’Europa che torni a produrre valore, lavoro e innovazione.

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