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I caffè storici di Torino: un viaggio nel gusto e nella tradizione

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di Redazione

26/09/2025

TITOLO
Torino è una città in cui il tempo si misura in tazzine di caffè, riflessi dorati e profumo di cioccolato. Nei suoi caffè storici si fondono secoli di eleganza, conversazione e sapori che raccontano la sua anima più autentica. Visitare i Torino caffè storici non è semplicemente fermarsi per una pausa: è intraprendere un vero e proprio viaggio sensoriale e culturale, che attraversa architetture liberty, stucchi ottocenteschi e ricette custodite come tesori.

L’identità dei caffè storici torinesi

caffè storici di Torino sono luoghi di memoria, ma anche di vita vissuta. Sono salotti aperti sulla città, ambienti raffinati in cui il tempo rallenta e ogni gesto acquista valore. In questi locali, l’aroma del caffè si mescola con l’odore del legno antico, del velluto consunto, dei metalli bruniti dal tempo. Ogni dettaglio – dalla tazzina al servizio, dai lampadari ai pavimenti in mosaico – trasmette un’idea precisa: quella di accoglienza nobile, di cura per il bello, di lusso quotidiano che appartiene alla storia torinese. Questi caffè hanno ospitato figure illustri, conversazioni che hanno fatto la storia, poesie appena scritte, editoriali infuocati, promesse d’amore sussurrate e colazioni di mezza mattina sotto i portici. Il caffè, in questo contesto, non è mai solo una bevanda: è un pretesto per fermarsi, per osservare, per appartenere.

Caffè Mulassano: eleganza minuta e invenzione gastronomica

Nel cuore pulsante di Piazza Castello, sotto gli antichi portici, si apre uno scrigno di legno e specchi: il Caffè Mulassano. Nonostante i suoi soli 31 metri quadrati, questo gioiello ottocentesco è una delle espressioni più affascinanti della storia torinese. Le pareti dorate, le finiture in ottone, i marmi scuri e l’atmosfera raccolta trasportano immediatamente in un’altra epoca, fatta di discrezione e signorilità. Ma Mulassano non è solo bellezza. È innovazione: proprio qui, nel 1926, nasce il celebre tramezzino, oggi icona della gastronomia italiana. L’intuizione fu accompagnata da un nome illustre: Gabriele D’Annunzio, che suggerì di chiamarlo così, ispirandosi al “tramezzo”, ovvero ciò che sta nel mezzo. Ancora oggi, la ricetta originale si può gustare tra quelle mura storiche, in un ambiente che conserva intatta l’anima degli anni Venti. Sedersi a un tavolino del Mulassano, assaporando un tramezzino accompagnato da un espresso o da un vermouth classico, è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Qui il tempo sembra rispettare il ritmo delle conversazioni lente, dei giornali sfogliati, delle voci educate. È un luogo che resiste al rumore del mondo, in cui ogni gesto ha un sapore antico.

Baratti & Milano: il “Salotto Sabaudo” di una città

Baratti & Milano non è solo un caffè: è un’istituzione. Nato nel 1858 come laboratorio di pasticceria, diventa presto fornitori ufficiali della Real Casa, conquistando il titolo di “Confettieri di Sua Maestà”. Nel 1875 si trasferisce nella splendida Galleria Subalpina, dove ancora oggi accoglie torinesi e visitatori tra pareti decorate, stucchi in oro e specchi d’epoca. Qui si celebra il culto del cioccolato artigianale, del caffè servito in porcellane pregiate, dei cremini e gianduiotti preparati secondo la tradizione. L’ambiente, finemente restaurato, evoca l’atmosfera della Torino di fine Ottocento, tra lusso sobrio e gusto raffinato. Ma Baratti & Milano è anche un luogo d’incontro culturale, un punto fermo per intellettuali, giornalisti, poeti, che nel tempo hanno trasformato questo spazio in un vero salotto letterario. Nel 2025, Baratti & Milano celebra i suoi 150 anni nella Galleria Subalpina. Questo anniversario rappresenta non solo un traguardo storico, ma anche un manifesto di resistenza culturale, in un’epoca in cui tutto cambia troppo in fretta. Baratti continua a essere, come un secolo fa, il luogo dove arte pasticcera, architettura e spirito sabaudo si incontrano nel segno della continuità e del gusto.

Il bicerin: il rito liquido di Torino

Non si può parlare di Torino caffè storici senza evocare il profumo denso e vellutato del bicerin, bevanda simbolo della città. Nato nel XVIII secolo nel quartiere del Santuario della Consolata, il bicerin è un mix stratificato di caffè, cioccolato caldo e crema di latte servito in un piccolo bicchiere di vetro. Questa miscela è molto più di una semplice bevanda calda: è un rito quotidiano, una coccola invernale, un legame tra passato e presente. Molti caffè storici torinesi propongono ancora oggi il bicerin secondo la ricetta originale, con preparazione meticolosa e servizio elegante. Si beve lentamente, osservando i giochi di luce nei vetri colorati, lasciandosi avvolgere dal calore e dalla dolcezza. È un gesto semplice, ma carico di significato, che racchiude secoli di tradizione torinese e che permette, in pochi sorsi, di comprendere l’anima autentica della città.

Un mestiere artigiano: il cameriere dei caffè storici

Dietro ogni tavolino ben apparecchiato, ogni vassoio d’argento, ogni sorriso discreto, c’è un mestiere che nei Torino caffè storici è diventato arte: quello del cameriere di sala. Non si tratta solo di servire, ma di accogliereinterpretare i tempi del cliente, leggere i silenzi, comprendere se una persona vuole parlare, leggere, riflettere o semplicemente restare. La formazione del personale in questi locali è curata, basata sull’osservazione, sul rispetto delle regole della tradizione, sulla compostezza dei movimenti. Un cameriere del Baratti & Milano o del Mulassano non si limita a portare un espresso: è custode di una gestualità che richiama il teatro, di una liturgia laica del servizio. Anche questo è parte del fascino: sentirsi trattati con riguardo, senza invadenza, come ospiti di una casa nobile.

Gusto, memoria e rituale

Ogni visita a uno dei caffè storici torinesi è accompagnata da un insieme di gesti rituali: aprire la porta pesante, attraversare un pavimento lucido, scegliere il tavolo, aprire il menù con lentezza. Il cucchiaino che gira nella tazzina, il profumo del caffè appena servito, lo scricchiolio dei mobili antichi: ogni elemento è parte di una coreografia affettiva che si rinnova ogni giorno. Non si viene qui solo per il gusto, ma per essere parte di una storia collettiva. Si entra per leggere, per scrivere, per osservare la città da dentro, come se i vetri antichi dei caffè fossero lenti attraverso cui guardare il tempo che passa. È un’esperienza estetica e spirituale, oltre che gastronomica.

Conservazione, restauro e valorizzazione

Preservare un caffè storico richiede impegno, investimento e passione. Non basta mantenere l’arredo originale: occorre restaurare con rispettovalorizzare la storia senza tradirla, innovare senza perdere autenticità. A Torino, molte istituzioni sostengono questi luoghi, riconoscendoli come beni culturali viventi. Il restauro non riguarda solo l’estetica. Si traduce anche nella scelta di ingredienti locali, nella cura della qualità artigianale, nella formazione del personale, nella coerenza dell’identità del locale. Un caffè storico torinese è una piccola opera d’arte che si rinnova ogni giorno, mantenendo un delicato equilibrio tra passato e presente.

I caffè storici come patrimonio collettivo

Parlare di Torino caffè storici significa parlare di memoria condivisa, di luoghi che definiscono l’identità stessa della città. Sono più che locali pubblici: sono archivi di emozionimusei viventiluoghi dell’anima in cui la quotidianità si tinge di eccezionalità. Ogni cittadino ha il suo caffè preferito, ogni famiglia ha un ricordo legato a uno di questi tavolini. Questi spazi educano al rispetto, alla lentezza, alla bellezza. Permettono di vivere Torino non come semplice spettatore, ma da protagonista di una narrazione che continua, giorno dopo giorno, tazzina dopo tazzina.
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