GTT estende la sperimentazione delle bodycam: più dispositivi e maggiore sicurezza entro il 2026
di Redazione
La sperimentazione delle bodycam per i controllori GTT, avviata con cautela e molta attenzione alle implicazioni normative, sta dimostrando risultati tali da aprire la strada a un ampliamento significativo del progetto. Nella seduta della II Commissione Trasporti e Urbanistica, presieduta da Tony Ledda, i rappresentanti dell’azienda hanno illustrato numeri e prospettive che delineano un percorso chiaro: entro fine anno i dispositivi in dotazione passeranno da due a dodici, per poi raggiungere le cinquanta unità nel 2026, sufficienti a coprire tutti i turni dei circa cento addetti ai controlli previsti per il prossimo anno.
Un dispositivo pensato per prevenire i conflitti, non per sorvegliare
La presentazione è stata anche l’occasione per chiarire alcuni aspetti legati all’uso delle bodycam, tema che inevitabilmente tocca il terreno delicato della privacy. GTT ha illustrato il lavoro istruttorio condotto insieme alle autorità competenti, necessario per assicurare che l’adozione dei dispositivi sia pienamente conforme alle normative vigenti. È stato ribadito che la videocamera non sarà attiva durante l’intero turno: l’assistente alla clientela potrà avviarla soltanto quando la situazione lo renderà opportuno, in presenza di segnali di tensione o di rischio.
Una volta accesa, la bodycam trasmette in tempo reale audio e video alla centrale operativa, includendo anche i trenta secondi precedenti l’attivazione grazie a un sistema di pre-registrazione. I dati vengono crittografati e risultano inutilizzabili in caso di smarrimento o furto del dispositivo. I rappresentanti GTT hanno insistito su un aspetto spesso trascurato: la tutela riguarda non solo il personale dell’azienda, ma anche gli utenti coinvolti in eventuali episodi critici.
Formazione, procedure e tecnologie per proteggere personale e passeggeri
Il progetto delle bodycam non è isolato ma parte di un approccio più ampio alla sicurezza, che da anni prevede percorsi di formazione specializzata per il personale. Gli addetti seguono regolarmente corsi sulla gestione dei conflitti, sulla comunicazione verbale e non verbale e su protocolli comportamentali che aiutano a prevenire escalation indesiderate. Una preparazione che, unita alla possibilità di documentare gli eventi più delicati, contribuisce a ridurre i rischi di aggressioni: ventidue gli episodi censiti lo scorso anno, dimezzati nel 2025.
Il costo complessivo dei nuovi dispositivi, inclusi software e collegamenti alla centrale, ammonta a circa 115mila euro. Un investimento che anticipa una scadenza già fissata dal Ministero dei Trasporti: dal 2027 l’uso delle bodycam diventerà obbligatorio per tutti gli addetti ai controlli sui mezzi pubblici.
Nel dibattito hanno richiesto chiarimenti, oltre al vicepresidente Ferrante De Benedictis, i consiglieri Greco, Patriarca, Viale, Catanzaro e Garione, segno di un interesse diffuso su un tema che intreccia sicurezza, diritti e qualità del servizio.
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