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Cooperative torinesi: tra ridimensionamento e resilienza

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di Redazione

13/10/2025

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Il sistema cooperativo torinese vive una fase di trasformazione complessa, in cui i dati raccolti dalla Camera di commercio di Torino raccontano un doppio volto: da un lato la contrazione del numero di imprese attive, dall’altro la tenuta di fatturato e occupazione che conferma la vitalità di un modello imprenditoriale ancora radicato nel territorio. Nel 2024 il comparto ha prodotto un valore di 2,8 miliardi di euro, occupando oltre 40mila addetti, ma nel primo semestre 2025 le cooperative scendono per la prima volta sotto la soglia delle mille unità, fermandosi a 969.

Settori trainanti e nuove fragilità

Servizi alla persona e alle imprese si confermano i comparti principali, con il 57% del valore generato e quasi la totalità degli occupati. Tuttavia, la flessione riguarda tutte le aree chiave: -2,3% per i servizi alle imprese, -3,4% per quelli alle persone, -7,4% per le costruzioni, con un calo ancora più netto nel commercio (-10,7%). Stabili solo agricoltura e ristorazione, mentre l’imprenditoria femminile, pur presente con il 28,3%, registra un ulteriore arretramento. Più fragile ancora la componente giovanile, che conta appena 21 imprese under 35, un terzo rispetto a cinque anni fa.

Occupazione, fiducia e prospettive

Se i numeri delle imprese si assottigliano, l’occupazione mantiene un profilo solido: due terzi delle cooperative dichiarano stabilità del personale e oltre il 70% prevede conferme anche per il 2025. Non manca però la difficoltà di reperire nuove figure professionali, in particolare nei settori socio-sanitari, dove la domanda resta alta ma la disponibilità di candidati è scarsa. Sul fronte della fiducia, il 63% delle cooperative guarda con speranza al futuro, ma cresce il fronte di chi teme un ridimensionamento, complice il calo della domanda e l’aumento dei costi.

Il quadro complessivo restituisce l’immagine di un sistema che perde in consistenza numerica ma mantiene un ruolo essenziale per l’economia sociale, capace di coniugare occupazione, inclusione e radicamento territoriale, a patto che le politiche pubbliche sappiano favorirne innovazione e continuità.

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