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Commissione comunale divisa sulla proposta popolare per una gestione totalmente pubblica dell’acqua

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di Redazione

18/11/2025

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Il confronto sulla gestione del servizio idrico torna al centro della discussione politica torinese. Nella seduta congiunta del 17 novembre delle Commissioni Prima, Sesta e Servizi pubblici locali, presieduta da Anna Borasi, è stata nuovamente esaminata la proposta di deliberazione di iniziativa popolare presentata dal Comitato Acqua Pubblica Torino. Un testo che, nelle intenzioni dei promotori, punta a rafforzare la dimensione pubblica della gestione dell’acqua, considerata un bene essenziale e non soggetta a logiche di mercato.

Le posizioni del Comitato e le prime reazioni politiche

In apertura, la presidente Borasi ha riconosciuto il valore dell’attivazione civica su un tema strategico per la città, pur segnalando divergenze su alcuni punti del testo. Maria Cristina Larini, intervenuta per il Comitato, ha ribadito l’idea dell’acqua come risorsa comune e limitata, da amministrare escludendo logiche di profitto, società intermediarie e redistribuzioni degli utili ai soci. La priorità dovrebbe concentrarsi sul contenimento delle perdite idriche, utilizzando le risorse interne della società per rinnovare le tubature obsolete.

Le prime valutazioni dei consiglieri hanno mostrato orientamenti differenti. Angelo Catanzaro ha chiesto eventuali proposte emendative, mentre Luca Pidello ha ricordato che la riduzione degli sprechi idrici va accompagnata da investimenti sulla depurazione. Caterina Greco ha condiviso il titolo della delibera, ma ha giudicato contraddittori alcuni impegni, soprattutto sull’internalizzazione delle competenze tecniche e sul superamento di infrastrutture idriche, sostenendo quindi la necessità di respingerlo.

Smat, utili e investimenti: i nodi tecnici al centro del dibattito

Interventi successivi hanno evidenziato la qualità del lavoro svolto da Smat. Ivana Garione ha definito la società un’eccellenza, contestando alcune critiche avanzate dal Comitato. Silvio Viale ha annunciato voto contrario, giudicando la proposta ideologica e non aggiornata rispetto ai modelli gestionali attuali. Amalia Santiangeli ha suggerito di proseguire il confronto per cercare una sintesi, mentre Emanuele Busconi ha richiamato l’urgenza, in un contesto di cambiamento climatico, di azzerare le perdite della rete idrica.

La consigliera Valentina Sganga si è mostrata favorevole, ritenendo la proposta meritevole di approfondimenti e mediazioni, mentre Claudio Cerrato ha aperto alla possibilità di liberare l’atto per l’aula, rinviando a gennaio la discussione sugli emendamenti.

Conclusioni e ruolo dell’Ato3

In chiusura, Larini ha sottolineato che la natura pubblica di Smat non è in discussione, ma ha criticato la presenza nella compagine societaria di soggetti non direttamente connessi al servizio idrico, ribadendo che gli utili dovrebbero essere reinvestiti all’interno della società.

L’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli ha ricordato il ruolo dell’Ato3 nella definizione degli investimenti e ha evidenziato come gli utili di Smat evitino ai comuni di ricorrere all’indebitamento per finanziare manutenzioni e interventi idraulici strutturali.

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