CCNL Dirigenti Terziario: l’accordo integrativo aggiorna le agevolazioni contributive
di Redazione
20/11/2025
Una revisione che semplifica e uniforma gli incentivi per nuove assunzioni
Il 12 novembre 2025 Confcommercio e Manageritalia hanno definito un Accordo integrativo che completa il percorso di revisione dell’articolo 30 del CCNL dei Dirigenti del Terziario, dopo le prime modifiche sottoscritte il 5 novembre. L’operazione ha l’effetto di ridisegnare uno dei capitoli più delicati del contratto – quello delle agevolazioni contributive – con l’obiettivo di rendere il sistema più accessibile alle imprese e, allo stesso tempo, coerente con la sostenibilità dei fondi Mario Negri e Antonio Pastore.
Il precedente impianto contrattuale modulava la durata delle agevolazioni sulla base dell’età del dirigente e di altri criteri specifici, una complessità che nel tempo aveva generato dubbi applicativi e un utilizzo non uniforme dello strumento. Dal 1° gennaio 2026 la logica cambia: l’agevolazione resta, ma viene riconosciuta a tutti per un periodo massimo di due anni, senza distinzione anagrafica né requisiti ulteriori.
Il regime agevolato basato sul reddito e la fase sperimentale del 2026
L’accordo conferma fino al 31 dicembre 2025 la possibilità di applicare l’agevolazione contributiva legata al reddito, introdotta nel 2016 in via sperimentale. Il nuovo articolo 30, al comma 5, stabilisce per i datori di lavoro un contributo annuo di 300 euro al Fondo Mario Negri, escludendo contributi integrativi aggiuntivi e qualsiasi onere a carico del dirigente, che mantiene però la facoltà di versare il proprio TFR.
Dal 2026, questo regime sopravvive in forma limitata e con condizioni stringenti: può essere utilizzato soltanto da aziende che introducono per la prima volta una figura dirigenziale, con un reddito non superiore al 3% della retribuzione minima contrattuale (pari a 67.197,20 euro). La durata resta fissata in due anni e le garanzie Pastore vengono attivate quasi integralmente, con l’unica eccezione della polizza mista a premio unico ricorrente. Si tratta di una misura “una tantum” nella carriera del dirigente, pensata per agevolare la crescita organizzativa delle imprese più piccole.
Un passaggio significativo dell’accordo riguarda anche l’invecchiamento attivo: l’articolo 9 dell’Ipotesi del 5 novembre introduce una deroga per i dirigenti già beneficiari di agevolazioni, consentendo contratti a termine agevolati fino a tre anni, anziché due. Una scelta che mira a sostenere la continuità delle competenze e a gestire in modo più flessibile le transizioni di fine carriera.
Le parti sociali hanno previsto una verifica congiunta entro il 31 dicembre 2026, per misurare l’impatto delle nuove norme sull’equilibrio del Fondo Mario Negri e sull’efficacia delle politiche di accesso alla dirigenza. Una verifica necessaria, perché questa revisione contrattuale punta a coniugare due esigenze spesso contrapposte: contenere il costo del lavoro per le imprese e mantenere intatto il sistema di welfare contrattuale che sostiene la figura del dirigente nel terziario.
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