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Automotive, la frenata della componentistica italiana: luci e ombre di una filiera in transizione

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di Redazione

15/10/2025

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Dopo tre anni di crescita costante, il comparto della componentistica automotive italiana registra un calo del fatturato del 6% a livello nazionale e del 5,6% in Piemonte, dove si segnala anche una riduzione degli addetti pari al -2,4%. Un rallentamento che riflette un contesto economico internazionale incerto e una transizione tecnologica ancora senza un equilibrio definitivo. I dati emergono dall’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità 2025, presentato al MAUTO di Torino dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA, che fotografa un settore cruciale ma oggi in fase di forte tensione.

La trasformazione della filiera e le incertezze della transizione

Il presidente della Camera di commercio di Torino, Massimiliano Cipolletta, ha sottolineato come le imprese italiane si trovino a operare in un quadro segnato da “crisi internazionali, politiche commerciali mutevoli, transizione energetica e rapida avanzata dei produttori asiatici”. Il Piemonte, cuore storico dell’automotive europeo, risente più di altri territori della contrazione della produzione e del ridimensionamento occupazionale.
Nonostante il comparto continui a contare oltre 2.100 imprese e 168mila addetti, i segnali di flessione sono evidenti in quasi tutte le categorie: i fornitori di moduli e i subfornitori registrano cali superiori all’8%, mentre solo motorsport e aftermarket mostrano una lieve crescita, rispettivamente del +1,2% e +0,6%.

Secondo Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti ANFIA, “l’approccio mono-tecnologico centrato sull’elettrico sta danneggiando la filiera europea”, riducendo il valore aggiunto e mettendo a rischio fino al 23% della produzione entro il 2030. Stella invoca una revisione delle politiche europee sulle emissioni, per adottare “un approccio tecnologicamente neutrale” che includa anche carburanti sintetici e altre soluzioni carbon neutral.

Piemonte: competenze forti, prospettive incerte

Con 717 imprese e oltre 59mila addetti, il Piemonte mantiene la leadership nazionale, rappresentando più di un terzo del fatturato complessivo del comparto. Tuttavia, il 2024 ha evidenziato segnali di rallentamento che preoccupano: flessione del fatturato, ricorso crescente alla cassa integrazione e aspettative pessimistiche per il 2025. Solo un’impresa su cinque prevede un aumento dei ricavi, mentre più della metà teme un calo significativo.

La filiera resta comunque un laboratorio d’innovazione, dove ricerca, digitalizzazione e sostenibilità ambientale si intrecciano con la necessità di nuovi modelli produttivi. Cresce la domanda di profili tecnici specializzati in software, gestione energetica e Intelligenza Artificiale, ma l’applicazione effettiva di queste tecnologie è ancora limitata.

L’automotive piemontese, oggi più che mai, si trova davanti a un bivio: difendere il proprio patrimonio industriale o reinventarsi completamente, mantenendo quel legame profondo con il territorio che per oltre un secolo ha definito l’identità economica e culturale di Torino e della sua regione.

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