A Torino individuata la proteina SKT, chiave per memoria e apprendimento
di Redazione
04/09/2025
Il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino ha portato alla luce un tassello inatteso del funzionamento cerebrale. Il gruppo coordinato dalla professoressa Paola Defilippi, in collaborazione con i colleghi Ilaria Bertocchi e Andrea Marcantoni, ha descritto per la prima volta in modo sistematico il ruolo della proteina SKT nelle sinapsi, aprendo nuove prospettive nello studio dei disturbi cognitivi e del neurosviluppo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Cell Reports.
Una proteina che regola la plasticità sinaptica
Le sinapsi, punti di contatto fra neuroni, sono i crocevia della comunicazione nervosa e il luogo in cui prende forma la cosiddetta plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di modificare la propria struttura in base all’esperienza. Questo processo si fonda sulle spine dendritiche, piccole estroflessioni che permettono la trasmissione dei segnali elettrici e chimici. Il team torinese ha dimostrato che SKT agisce come un “adattatore molecolare”: senza di essa, le spine restano immature e incapaci di sostenere una comunicazione efficace, con conseguenze dirette sull’apprendimento e sulla memoria. Nei modelli animali privi di questa proteina sono stati osservati comportamenti riconducibili ai disturbi dello spettro autistico, un dato che rafforza l’ipotesi di un legame fra SKT e alcune forme di compromissione cognitiva.Dalla genetica alle applicazioni cliniche
L’interesse verso SKT era nato da studi genetici che ne avevano collegato il gene a performance ridotte nei test di memoria a breve termine. La ricerca torinese fornisce ora una spiegazione biologica chiara, grazie anche al lavoro dei giovani ricercatori Alessandro Morellato, Mario De Gregorio e Costanza Angelini. È emerso inoltre che SKT interagisce con proteine già note come PSD-95 e SHANK3, entrambe coinvolte nei meccanismi di plasticità sinaptica e associate all’autismo. Questo incrocio di evidenze rafforza l’idea che SKT possa rappresentare un nuovo target per comprendere le basi molecolari di diverse patologie neurologiche. «Abbiamo identificato un attore essenziale nel funzionamento delle sinapsi – sottolinea la professoressa Defilippi – e questo ci offre l’opportunità di ripensare strategie diagnostiche e terapeutiche legate ai disturbi cognitivi». Una scoperta che non chiude il cerchio, ma apre un capitolo nuovo nello studio della memoria e delle capacità adattive del cervello umano.Articolo Precedente
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